martedì 22 settembre 2015

LETTERATURA



DAL FEUDALESIMO ALL’ETA’ COMUNALE

·                  Gli eventi storici

Dal crollo dell'Impero romano al Sacro romano impero
La caduta dell'Impero romano d'Occidente (476 d.C.) segna convenzionalmente in tutta Europa la fine di un potere "uni­versale" in grado di governare paesi e popoli molto lontani fra loro. Sul piano politico, dà l'avvio alla formazione dei re­gni romano-barbarici, risultanti dall'unione tra la popolazio­ne romana dei territori occupati e i popoli barbarici conqui­statori. Questi regni, fragili e divisi, sono caratterizzati da una grande debolezza economica, da un declino delle attività pro­duttive e della vita delle città, dalla diminuzione della popola­zione. In questo quadro solo la Chiesa di Roma, attraverso i suoi vescovi e monaci, mantiene in vita gli elementi essenzia­li della struttura economica, sociale e culturale. Dopo una durissima guerra contro i goti, l'Italia, dal VI fino all'VIII secolo, vede l'affermarsi del dominio dei longobardi, che tentano di strappare all'Impero romano d'Oriente i territori ancora in suo possesso (Esarcato di Ravenna, Ro­ma, il meridione e le isole). Con la conquista longobarda si può dire che termi­ni in Italia il mondo antico e inizi il Medioevo.
Mentre tutta l'Europa viene evangelizzata dai missionari cristiani, che con­tribuiscono a far sopravvivere e a diffondere anche elementi culturali della tradizione classica, in Italia al dominio longobardo, a metà dell'VIII secolo, si sostituisce quello dei franchi. Il re dei franchi, Carlo Magno, nell'anno 800 si fa proclamare imperatore del Sacro romano impero, sancendo con questo gesto la rinascita dell'Impero d'Occidente.
Il feudalesimo
Con i franchi si avvia in tutta Europa quel processo di trasformazione della società e del potere che va sotto il nome prima di vassallaggio e poi di feu­dalesimo. La frantumazione del Sacro romano impero in tre parti e l'asse­gnazione definitiva dell'Italia a Lotario, nipote di Carlo Magno, a metà del IX secolo, portano all'affermazione delle signorie territoriali (contee, marche­sati, ducati) che si rendono sempre più autonome dall'autorità dei sovrani. In questo periodo l'Europa subisce da nord, est e sud un'ultima ondata di invasioni di popolazioni di diversa origine: vichinghi, saraceni e ungari.
Ottone I, duca di Sassonia, sconfitti gli ungari, prende il titolo di re di Germa­nia. Egli tenta ancora una volta di far rinascere l'impero e viene proclamato imperatore del Sacro romano impero germanico. Il coinvolgimento del cle­ro nella gestione dell'impero, attraverso la nomina dei vescovi-conti, getta le basi di un conflitto fra impero e papato che durerà secoli.
Dopo l’anno Mille
L'Europa conosce già a partire da alcuni decenni prima dell'anno Mille un nuovo processo di sviluppo, destinato a cambiare la vita delle popolazioni e l'intera società. Terminate le invasioni, il clima di maggiore sicurezza fa­vorisce l'aumento della popolazione; questo fattore ha influenza sullo svi­luppo dell'agricoltura che - anche grazie ad alcune innovazioni tecniche - conosce una vera e propria rivoluzione. Questi due fattori, aumento della popolazione e crescita della produzione agricola, si rafforzano l'un l'altro: molti, infatti, possono lasciare i campi per dedicarsi al commercio e all'ar­tigianato. Se nel mondo feudale centro della vita economica erano la terra e la proprietà agricola, ora il fulcro dell'economia si sposta nelle città che, non più minacciate dalle invasioni, cominciano a ripopolarsi, anche perché le attività mercantili e artigianali offrono possibilità di occupazione.
La società comunale
Questo sviluppo urbano, che in Italia è maggiormente diffuso al nord, por­ta a un allentamento dei vincoli feudali e alla nascita dei comuni; il rapido evolversi del commercio favorisce inoltre la formazione di una nuova clas­se sociale: accanto al clero, ai nobili e ai contadini fa la sua comparsa la borghesia (i borghesi sono le persone che abitano i borghi, le città) e si af­ferma una nuova figura, quella del mercante, che si ispira a valori nuovi (come il profitto, l'individualismo, la competizione negli affari).
Accanto alla cultura ecclesiastica ne appare una nuova, pratica, che si dif­fonde anche tra coloro che non hanno ricevuto un'istruzione religiosa. Espressione di questo risveglio culturale sono le università, che a partire dall'XI secolo fioriscono in Europa e in Italia.
La Chiesa, accanto all'organizzazione delle crociate, conosce un periodo di rinnovamento, dovuto principalmente alla nascita di nuovi ordini religiosi, i francescani e i domenicani, che tentano di riportarla alla povertà e alla semplicità delle origini. Ma, inesorabilmente, i massimi poteri del tempo, Chiesa e impero, sempre in lotta tra loro, cominciano a entrare in crisi: ne sono un segno le lotte tra guelfi e ghibellini (sostenitori rispettivamente del papa e dell'imperatore) che insanguinano l'Europa e l'Italia. In Italia, pe­raltro, alla fine del XII secolo, accanto ai comuni (nel centro-nord) e ai pos­sedimenti del papa (al centro), si afferma un nuovo potere, quello dei nor­manni (nel sud), che troveranno in Federico II di Svevia il loro massimo rappresentante.

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