INFERNO
CANTO XXVI vv.85-142 IL FOLLE VOLO DI
ULISSE
Dante e Virgilio giungono nell'ottavo cerchio dell'Inferno.
Qui si trovano i consiglieri di frode.
Lo maggior corno de la fiamma antica
cominciò a crollarsi mormorando
cominciò a crollarsi mormorando
87 pur come
quella cui vento affatica;
indi
la cima qua e là menando,
come fosse la lingua che parlasse,
90 gittò voce di fuori e disse: «Quando
come fosse la lingua che parlasse,
90 gittò voce di fuori e disse: «Quando
mi diparti’ da Circe, che sottrasse
me più d'un anno là presso a Gaeta
93 prima che sì Enea la nomasse,
né dolcezza di figlio, né la pietà
del vecchio padre,
né 'l debito amore
96 lo qual
dovea Penelopè far lieta,
vincer
potero dentro a me l'ardore
ch'i'
ebbi a divenir del mondo esperto
99 e de li vizi umani e del valore;
ma misi
me per l'alto mare aperto
sol con un legno e con quella compagna
102 picciola da la qual non
fui diserto.
L'un
lito e l'altro vidi infin la
Spagna,
fin nel
Morrocco, e l'isola d'i' Sardi,
105 e l'altre che quel mare
intorno bagna.
Io e'
compagni eravam vecchi e tardi
quando
venimmo a quella foce stretta
108 dov' Ercule
segnò li suoi riguardi
acciò
che l'uom più oltre non si metta;
da la
man destra mi lasciai Sibilia,
111 da l'altra
già m'avea lasciata Setta.
"O frati", dissi, "che per
cento milia
perigli
siete giunti a l'occidente,
114 a questa
tanto picciola vigilia
d'i'
nostri sensi ch’è del rimanente,
non vogliate negar l'esperienza,
117 di retro al sol, del mondo sanza
gente.
Considerate la vostra
semenza:
f atti non foste
a viver come bruti,
120 ma per seguir virtute e canoscenza"
Li miei compagni
fec' io sì aguti,
con questa
orazion picciola, al cammino,
123 che a pena poscia li avrei ritenuti;
e volta nostra
poppa nel mattino,
de’ remi facemmo
ali al folle volo,
126 sempre
acquistando dal lato mancino.
Tutte le stelle già de l'altro polo
vedea la notte, e ‘l nostro tanto basso,
129 che non
surgea fuor del marin suolo.
Cinque volte
racceso e tante casso
lo lume era di
sotto da la luna,
132 poi che
'ntrati eravam ne l'alto passo,
quando
n'apparve una montagna, bruna
per la
distanza, e parvemi alta tanto
135 quanto
veduta non avea alcuna.
Noi ci
allegrammo, e tosto tornò in pianto;
chè de la nova
terra un turbo nacque,
138 e
percosse del legno il primo canto.
Tre volte il fè girar con tutte l’acque:
a la quarta levar la poppa in suso
141 e la prora ire in giù, com’ altrui piacque,
infin che ‘l mar fu sovra noi richiuso».
I speak english fette fefte
RispondiEliminaE bagnata
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