Cap. 6
L’età dei signori e dei castelli.
1. La fine dell'impero carolingio
I successori di Carlo Magno combatterono a lungo fra
loro per la divisione dell'eredità. Infine, con il trattato di Verdun (843), l'impero fu diviso
in tre regni. Le lunghe lotte indebolirono i re carolingi mentre conti e
vassalli si rendevano sempre più autonomi dal potere regio, si battevano fra
loro e costruivano castelli con o senza l'autorizzazione del re. In questo
periodo sorsero
molti castelli fortificati in tutta Europa: essi servivano per difendersi da
attacchi nemici e da incursioni di popoli invasori. Cominciò a diffondersi la
tendenza a non restituire i feudi al re in caso di morte e a lasciare ai figli
le cariche di conte e marchese. Con il capitolare di Quierzy (877) l'imperatore Carlo il
Calvo non diede la sua approvazione a questa pratica, che rimase nell'uso
comune ma fu autorizzata solo molto tempo dopo, nel 1037.
2. Lo sviluppo del potere signorile
Come i re, neppure conti, marchesi e grandi vassalli
erano in grado di tenere sempre sotto controllo i propri domini. Comitati e
marche si dividevano in parti più piccole che erano governate da signori locali, possessori di vaste
proprietà terriere o signori di castelli. Il castello era il segno della
potenza del signore. Nel castello trovavano protezione anche i contadini
indifesi. In cambio il signore pretendeva la loro sottomissione, imponeva loro
delle tasse ed esercitava su di loro la giustizia. Con il tempo i centri di
potere signorile divennero sempre più numerosi.
3. Una società guerriera
In questo periodo di violenza il gruppo predominante
era costituito dalla nobiltà guerriera, formata da duchi, conti,
marchesi, signori di castelli e, dall'XI secolo, da cavalieri, guerrieri specializzati nel
combattimento a cavallo. Questi, all'inizio, si comportavano più o meno come
dei briganti, poi anche per intervento della Chiesa, si assunsero, oltre ai
compiti guerreschi, anche doveri cristiani, come proteggere i deboli e gli
indifesi. Le loro imprese furono cantate dai poeti nelle canzoni di gesta. La
massa della popolazione era formata da contadini poveri e privi di istruzione.
Secondo il vescovo Adalberone di Laon, la società del suo tempo era divisa in tre ordini, che non potevano essere
modificati, perché erano voluti da Dio: c'era chi pregava (il clero), chi
combatteva (la nobiltà) e chi lavorava (i contadini). La società del tempo era
molto più complicata, ma il modello di Adalberone fu riproposto per secoli.
Cap. 7 Saraceni, Ungari, Normanni
1.
Nuovi popoli in movimento
Fra il IX e il X secolo l'Europa occidentale fu
colpita dalle incursioni di Saraceni, Ungali e Normanni.
Fra
L'827 e il 902 gli Arabi, chiamati dai cristiani Saraceni, conquistarono la
Sicilia, togliendola ai Bizantini. Dalle coste africane i predoni saraceni
partivano per imprese piratesche, facevano razzie in villaggi e città, nell'846
saccheggiarono Roma. Gli Ungari rivolsero i loro assalti contro l'impero
bizantino e soprattutto contro le deboli regioni dell'occidente. Nel 955 furono
però sconfitti da Ottone I, re di Germania, a Lechfeld.
Dopo la
sconfitta si insediarono nella regione che da loro prende il nome di Ungheria,
fondarono un regno e si convertirono al cristianesimo. I Normanni venivano
dalla Scandinavia, possedevano navi agili con cui raggiunsero la Groenlandia
e
perfino l'America. A oriente penetrarono nei territori delle odierne Russia
e Ucraina
e
fondarono il principato di Kiev. In Francia un capo
normanno, Rollone, ottenne dal re il titolo di duca e la regione che prenderà
il nome di Normandia.
2.
I regni normanni
Partendo dalla Normandia, il duca normanno Guglielmo
il Conquistatore attraversò
la Manica con una grande flotta per conquistare l'Inghilterra. Dopo la
battaglia di Hastings (1066) fu incoronato re.
Altri Normanni giunsero nell'Italia meridionale, divisa allora fra Longobardi e
Bizantini, e, dopo aver combattuto come mercenari al servizio dei signori
locali, si crearono dei domini propri. Nel 1059 Roberto
d'Altavilla giurò
fedeltà al papa, dal quale ottenne il titolo di duca e il riconoscimento di
tutti i territori conquistati e della Sicilia (ancora in mano musulmana). La
conquista normanna dell'isola si compì fra il 1061 e il 1091. Nel 1130 Ruggero
II d'Altavilla unificò
tutti i territori normanni nel regno di Sicilia, dove poterono convivere pacificamente
popoli, culture e religioni diverse.
3. In Europa occidentale rinasce
l'impero
Nel Medioevo l'imperatore e
il papa esercitavano un potere universale sulla cristianità. Il primo ne era
considerato il capo politico e il difensore; il secondo era la massima
autorità religiosa. Nel 951 Ottone I di Sassonia, già re di
Germania, diventò anche re d'Italia. Nel 955 riuscì a sconfiggere gli Ungari a
Lechfeld e nel 962 venne incoronato imperatore. Nell'Europa occidentale rinacque
così un impero (l'impero romano germanico), che si considerava sacro e
voluto da Dio come l'impero di Carlo Magno. Rispetto a quello era più piccolo,
perché comprendeva solo la Germania e l'Italia centro-settentrionale e, più
tardi, la Borgogna (ma non la Francia). Come protettore della Chiesa, Ottone
intervenne nell'elezione del papa, stabilendo che il pontefice poteva essere
eletto solo con l'approvazione imperiale. Inoltre, come gli imperatori che
l'avevano preceduto, nominò i vescovi e affidò loro compiti di governo.
Cap. 8 La riforma della Chiesa
1. Verso una riforma
ecclesiastica
Nell'Alto
Medioevo non c'era una chiara distinzione fra il potere laico e quello religioso.
Perciò per molto tempo non destò grande meraviglia il fatto che gli imperatori
concedessero l'investitura ai vescovi, né che si comprassero e si vendessero
cariche sacre, né che i preti a volte vivessero con donne. Ma nel corso dei
secoli X e XI la sensibilità religiosa cambiò e da molte parti sorsero
richieste di una riforma che liberasse la Chiesa dalle invadenze dei laici e la
rinnovasse profondamente. A guida del movimento di riforma si posero i monaci
di Cluny. Anche gruppi di laici, per esempio i patari di Milano, chiesero una
trasformazione della Chiesa.
2. La Chiesa e il papato
Fin
dai primi secoli del cristianesimo il vescovo di Roma, come successore di san
Pietro, godeva di grande prestigio, ma l'idea del suo primato, cioè della sua
superiore autorità sugli altri vescovi, si affermò solo nell'XI secolo. Dal 1059 l'elezione del papa fu
riservata ai cardinali, con l'esclusione di tutti i laici. Intanto si estendeva
il Patrimonio di San Pietro, sul quale il papa riuscì a esercitare un potere
effettivo solo a partire dal XIII secolo.
Fra
la Chiesa di Roma e quella di Bisanzio c'erano da secoli contrasti e incomprensioni
che nel 1054 si trasformarono in una rottura definitiva, chiamata scisma d'oriente.
I cristiani d'oriente e quelli d'occidente si riconobbero in due Chiese
diverse: rispettivamente la Chiesa ortodossa e la Chiesa cattolica.
3. La lotta
per le investiture
La riforma della Chiesa subì una deci si-va svolta
con papa Gregorio VII: egli depose vescovi e preti che praticavano la simonia
e non rispettavano l'obbligo del celibato, e dichiarò illegittime tutte le nomine
ecclesiastiche fatte da laici. Inoltre sostenne la superiorità del papato
sull'impero. L'imperatore Enrico IV disobbedì al papa e fu scomunicato. Poiché
la scomunica scioglieva i sudditi dall'obbligo di fedeltà, Enrico dovette scendere
in Italia per chiedere perdono al papa. Questi lo perdonò, ma il conflitto fra
papato e impero (la lotta per le investiture), durò ancora a lungo e si
concluse solo nel 1122 con il concordato di Worms. Secondo questo accordo, in
Italia la consacrazione dei vescovi doveva precedere l'investitura imperiale,
in Germania l'ordine era inverso.
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