DAL FEUDALESIMO ALL’ETA’
COMUNALE
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Gli eventi storici
Dal crollo dell'Impero romano al
Sacro romano impero
La caduta dell'Impero romano
d'Occidente (476
d.C.) segna convenzionalmente in tutta Europa la fine di un potere "universale"
in grado di governare paesi e popoli molto lontani fra loro. Sul piano
politico, dà l'avvio alla formazione dei regni romano-barbarici, risultanti dall'unione tra
la popolazione romana dei territori occupati e i popoli barbarici conquistatori.
Questi regni, fragili e divisi, sono caratterizzati da una grande debolezza
economica, da un declino delle attività produttive e della vita delle città,
dalla diminuzione della popolazione. In questo quadro solo la Chiesa di Roma, attraverso i suoi vescovi e
monaci, mantiene in vita gli elementi essenziali della struttura economica,
sociale e culturale. Dopo una durissima guerra contro i goti, l'Italia, dal VI
fino all'VIII secolo, vede l'affermarsi del dominio dei longobardi, che tentano di strappare
all'Impero romano d'Oriente i territori ancora in suo possesso (Esarcato di
Ravenna, Roma, il meridione e le isole). Con la conquista longobarda si può
dire che termini in Italia il mondo antico e inizi il Medioevo.
Mentre tutta l'Europa viene
evangelizzata dai missionari cristiani, che contribuiscono a far sopravvivere
e a diffondere anche elementi culturali della tradizione classica, in Italia al
dominio longobardo, a metà dell'VIII secolo, si sostituisce quello dei franchi. Il re dei franchi, Carlo Magno, nell'anno 800 si fa proclamare
imperatore del Sacro
romano impero, sancendo
con questo gesto la rinascita dell'Impero d'Occidente.
Il feudalesimo
Con i franchi si avvia in
tutta Europa quel processo di trasformazione della società e del potere che va
sotto il nome prima di vassallaggio e poi di feudalesimo. La frantumazione del Sacro
romano impero in tre parti e l'assegnazione definitiva dell'Italia a Lotario,
nipote di Carlo Magno, a metà del IX secolo, portano all'affermazione delle signorie territoriali (contee, marchesati, ducati)
che si rendono sempre più autonome dall'autorità dei sovrani. In questo periodo
l'Europa subisce da nord, est e sud un'ultima ondata di invasioni di popolazioni di diversa
origine: vichinghi,
saraceni e
ungari.
Ottone I, duca di Sassonia,
sconfitti gli ungari, prende il titolo di re di Germania. Egli tenta ancora
una volta di far rinascere l'impero e viene proclamato imperatore del Sacro romano impero germanico. Il coinvolgimento del clero nella gestione
dell'impero, attraverso la nomina dei vescovi-conti, getta le basi di un conflitto fra impero e papato che durerà secoli.
Dopo
l’anno Mille
L'Europa conosce già a partire da alcuni decenni
prima dell'anno Mille un nuovo processo di sviluppo, destinato a cambiare la
vita delle popolazioni e l'intera società. Terminate le invasioni, il clima di
maggiore sicurezza favorisce l'aumento
della popolazione; questo
fattore ha influenza sullo sviluppo
dell'agricoltura che - anche grazie ad alcune
innovazioni tecniche - conosce una vera e propria rivoluzione. Questi due
fattori, aumento della popolazione e crescita della produzione agricola, si
rafforzano l'un l'altro: molti, infatti, possono lasciare i campi per dedicarsi
al commercio e all'artigianato. Se nel mondo feudale centro della vita
economica erano la terra e la proprietà agricola, ora il fulcro dell'economia si sposta nelle città che, non più minacciate dalle invasioni, cominciano
a ripopolarsi, anche perché le attività mercantili e artigianali offrono
possibilità di occupazione.
La
società comunale
Questo sviluppo urbano, che in Italia è maggiormente
diffuso al nord, porta a un allentamento dei vincoli feudali e alla nascita dei comuni; il rapido evolversi del commercio favorisce inoltre
la formazione di una nuova
classe sociale: accanto al clero, ai nobili e ai
contadini fa la sua comparsa la borghesia
(i borghesi sono le persone che
abitano i borghi, le città) e si afferma una nuova figura, quella del mercante, che si
ispira a valori nuovi (come il profitto, l'individualismo, la competizione
negli affari).
Accanto alla cultura ecclesiastica ne appare una
nuova, pratica, che si diffonde anche tra coloro che non hanno ricevuto
un'istruzione religiosa. Espressione di questo risveglio culturale sono le università, che a
partire dall'XI secolo fioriscono in Europa e in Italia.
La Chiesa, accanto
all'organizzazione delle crociate, conosce un periodo di rinnovamento, dovuto
principalmente alla nascita di nuovi ordini religiosi, i francescani e i domenicani, che tentano di riportarla alla povertà e alla semplicità
delle origini. Ma, inesorabilmente, i massimi poteri del tempo, Chiesa e
impero, sempre in lotta tra loro, cominciano a entrare in crisi: ne sono un
segno le lotte tra guelfi e ghibellini (sostenitori rispettivamente del papa e
dell'imperatore) che insanguinano l'Europa e l'Italia. In Italia, peraltro,
alla fine del XII secolo, accanto ai comuni (nel centro-nord) e ai possedimenti
del papa (al centro), si afferma un nuovo potere, quello dei normanni (nel sud), che troveranno in Federico II di Svevia
il loro massimo rappresentante.
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